Nel 2020, il Teatro Porta Portese di Roma ospitava la mostra fotografica Mother, un’indagine intima e visiva sulla maternità, sulle sue sfumature più profonde, sul sacrificio e sulla ribellione che convivono nell’essenza stessa dell’essere madre.
La donna, simbolo della creazione di anime, è spesso narrata attraverso il mito della madre amorevole e devota, ma la storia e la realtà dimostrano che il suo ruolo è anche fatto di atti audaci, di scelte estreme, di lotte silenziose. Come la natura, madre primordiale di ogni cosa, che alterna dolcezza e tempesta, anche la maternità si muove tra l’abbraccio e la resistenza, tra la cura e la volontà di non essere inghiottita dal proprio ruolo.
Questo progetto fotografico nasceva con l’intento di offrire uno sguardo diverso, lontano dagli stereotipi, permettendo di entrare, da osservatori silenziosi, nella vita di una madre e coglierne ogni sfumatura: forza e fragilità, amore e solitudine, sogni e paure. Un viaggio attraverso immagini che superavano il semplice ritratto per trasformarsi in testimonianze di un’esistenza vissuta tra illusioni e azione, tra il dovere e il desiderio di affermare la propria identità.
Al centro della mostra, una donna come tante, un’operatrice sanitaria, divorziata, madre di due figli con disabilità. La sua storia si intrecciava con ogni altra storia di madri che, pur sommerse dalle responsabilità, non smettono di cercare sé stesse, di combattere per un posto nel mondo, di ricordare che prima ancora di essere madri, sono donne.
Ne nasceva un un mosaico di malinconia, dolcezza e sensualità, capace di restituire il senso di una maternità reale, lontana da idealizzazioni, ma proprio per questo ancora più potente.
Mother resta una riflessione attuale, un racconto di resistenza e amore, di equilibrio precario tra dedizione e libertà, tra la volontà di accogliere e quella di esistere oltre il proprio ruolo. Un lavoro che continua a suggerire domande, a evocare emozioni, a rendere visibile ciò che spesso resta nascosto dietro l’etichetta di madre.
In 2020, Teatro Porta Portese in Rome hosted Mother, an intimate photographic study of motherhood — its depth, its contradictions, its quiet acts of sacrifice and rebellion.
The project moved beyond stereotypes, inviting viewers into the real life of a mother: her strength and fragility, her solitude, dreams, and fears. At its center was an ordinary yet extraordinary woman — a healthcare worker, divorced, mother of two children with disabilities — whose story echoed that of many mothers searching for themselves while carrying overwhelming responsibilities. The result was a mosaic of melancholy, tenderness, and resilience, portraying motherhood not as idealization but as a powerful, lived experience.
Mother remains a reflection on resistance and love, on the precarious balance between dedication and freedom, and on the need to see the woman behind the role.