Con il patrocinio del Municipio Roma XI, di Biblioteche di Roma e inserita nel circuito del Festival di Fotografia indipendente Occhirossi, nel 2013 presentai la mostra Passi del Nord – Luoghi, volti e parole del Nord Europa. Fu un progetto particolarmente significativo per me, ideato e curato da mio padre Maurizio Bartolucci, che negli anni aveva promosso con passione numerose iniziative culturali legate al sociale. A lui, scomparso poco tempo prima, volli dedicare interamente questa esposizione, trasformandola in un percorso condiviso, un dialogo silenzioso tra le nostre sensibilità.
Passi del Nord nacque come diario visivo di un viaggio che mi portò da Amburgo fino al Circolo Polare Artico. Fu un cammino di scoperta attraverso luoghi sospesi, volti attraversati da una luce obliqua e atmosfere dense di memoria. Lungo quel tragitto cercai di cogliere l’anima del Nord, ispirato dai grandi narratori che da sempre danno voce a quelle terre. La fotografia, in questo caso, si fece linguaggio parallelo alla parola scritta: un intreccio tra immagine e letteratura che mi aiutò a raccontare ciò che i luoghi stessi sembravano custodire in silenzio.
Ad accompagnare le fotografie in mostra, inserii brani tratti da opere di scrittori nordici contemporanei e del Novecento, le cui parole risuonavano con la stessa intensità delle immagini. Tra questi, Britt Annika Banfield, Jon Fosse, Hallgrímur Helgason e Halldór Laxness, premio Nobel per la Letteratura. Le loro voci contribuirono a costruire una narrazione più ampia, che oscillava tra l’ironia e l’inquietudine, tra l’introspezione e l’osservazione del paesaggio umano.
Attraverso questo lavoro tentai di restituire non solo una geografia esteriore, ma anche un’eco interiore: il Nord come spazio fisico e mentale, come margine e profondità, come frontiera da attraversare con rispetto e ascolto. In quelle immagini e parole si rifletteva anche il mio modo di guardare il mondo in quel momento, ancora segnato dal vuoto della perdita e dal desiderio di continuare a camminare, con passo leggero, tra memoria e visione.

In 2013, with the support of Municipio Roma XI, Biblioteche di Roma and the independent photography festival Occhirossi, I presented Passi del Nord – Places, Faces and Words of Northern Europe. Curated and conceived by my father, Maurizio Bartolucci—who had long promoted cultural and social initiatives—the exhibition became a tribute to him, turning into a shared path and a silent dialogue between our sensibilities. The project was a visual diary of a journey from Hamburg to the Arctic Circle, exploring suspended landscapes, oblique light, and faces marked by memory, intertwined with excerpts from Nordic writers such as Britt Annika Banfield, Jon Fosse, Hallgrímur Helgason and Nobel laureate Halldór Laxness.
Passi del Nord sought to portray both an outer geography and an inner echo: the North as a physical and mental frontier, a space of depth, distance, and reflection resonating with my own sense of loss and the desire to keep moving between memory and vision.