Nel 2009, in collaborazione con l’Associazione Le Sirene e con il patrocinio dell’Ambasciata d’Islanda, organizzai una mostra dal titolo Il gesto e lo sguardo, ospitata negli spazi dell’Upter di Roma, all’interno dello storico Palazzo Englefield. L’esposizione nacque dal desiderio di restituire, attraverso linguaggi artistici diversi, la potenza evocativa del paesaggio islandese, luogo di confine tra elementi primordiali e suggestioni interiori.
L’idea alla base del progetto era quella di far dialogare pittura e fotografia, immaginando un percorso che non fosse solo visivo, ma anche emotivo e quasi sensoriale. Protagoniste della mostra furono le opere dell’artista islandese Þóra Einarsdóttir, la cui pittura, ricca di riferimenti naturalistici e tensioni simboliche, riusciva a condensare l’asprezza e la grazia dei territori nordici in gesti cromatici essenziali e intensi. Accanto ai suoi quadri, esposi una selezione di mie fotografie scattate in Islanda durante un viaggio che mi aveva profondamente segnato, sia per l’esperienza del paesaggio, sia per il rapporto che si era creato con i luoghi e con le persone incontrate.
Le mie immagini cercavano di cogliere quella solitudine vibrante, quella luce spigolosa che attraversa l’Islanda anche nei momenti più quieti. E, soprattutto, tentavano di restituire il silenzio: quello che si insinua tra le rocce nere, nei campi di lava, tra le nebbie improvvise che sfiorano le montagne. La mostra divenne così un ponte tra due sguardi – quello pittorico di Þóra e quello fotografico mio – uniti dall’intento comune di raccontare la natura non come sfondo, ma come presenza viva e quasi mitologica.
La scelta di Palazzo Englefield come sede non fu casuale: le sue stanze cariche di storia, i soffitti alti, le luci morbide del tardo pomeriggio romano contribuivano a creare un’atmosfera raccolta e profonda, perfetta per ospitare questo dialogo tra arte e geografia dell’anima. Il pubblico accolse con curiosità e attenzione la mostra, e diversi visitatori mi raccontarono di essere stati trasportati, attraverso immagini e colori, in un altrove che sentivano vicino pur non avendolo mai visto.
Con Il gesto e lo sguardo tentai, forse per la prima volta in modo così esplicito, di far convivere il mio lavoro con quello di un’artista che ammiravo, e di costruire uno spazio comune dove l’arte potesse raccontare il silenzio e la forza di una terra lontana.

In 2009, in collaboration with the association Le Sirene and under the patronage of the Embassy of Iceland, I organized Il gesto e lo sguardo, an exhibition hosted at Palazzo Englefield in Rome. The project sought to create a dialogue between painting and photography to capture the evocative power of Iceland’s landscape — a frontier between primordial elements and inner sensibilities. Alongside the works of Icelandic artist Þóra Einarsdóttir, whose paintings distilled the harsh grace of the North, I presented a selection of my own photographs taken in Iceland during a journey that deeply shaped me.
The exhibition became a meeting point between two gazes, united by the intention to portray nature not as a backdrop but as a living, almost mythological presence.